sabato 7 luglio 2012

Abruzzo #01

Già di ritorno nella metropoli... Per motivi vari ed eventuali abbiamo lasciato, a malincuore, la brulla terra di Laga e siamo tornati in quel della capitale. Rientrati a casa con la macchina, i bagagli ed il corpo ma la testa rimane lì perché è stato troppo poco il tempo per girare ma abbastanza per rimanere prima stupiti, poi sorpresi ed infine... alterati. Ma andiamo per ordine!


Giro davvero basic ma, nelle intenzioni, completo. Campo base a Rocca Calascio presso il Rifugio della Rocca, delizioso albergo diffuso gestito con cura da Susanna e dalla famiglia grande e simpaticissima, munita di nonna fenomenale, gatto con gli stivali e figli alti come le torri del castello che sovrasta l'abitato. Abitato, be' insomma... Rocca Calascio farà 10 abitanti, gatti compresi ed è un ex borgo abbandonato in fase di recupero, recupero che procede con tutti gli intoppi del caso e del terremoto del 2009.
Per le romantiche e non, diciamo che nella rocca ci hanno girato alcune scene di Lady Hawke, ma pure qualcosa del Nome della Rosa, Il viaggio della Sposa ed altre pellicole. Per gli animalisti diciamo che la popolazione quadrupede è quasi pari a quella umana, con tre gatti (Oscar, Macchia e Grigia) e due/tre cani.


L'idea era quella di fare base lì e poi andare in giro per la Piana di Navelli e dintorni, fino a spingerci verso Chieti. In rete avevo trovato parecchie informazioni sui siti interessanti sia dal punto di vista naturalistico che dal punto di vista storico-artistico ed avevo creato degli itinerari, fatto i PDF con tutte le descrizioni e messi sul tablet in modo d'averli sempre disponibili. Unico supporto cartaceo... la cartina pieghevole. Si, quella plissettata, che una volta aperta neanche un cintura nera di origami riesce a ripiegare correttamente.
Dicevamo che l'idea di giri in giro era quella e, purtroppo, a livello d'idea è rimasta. Già la sera del primo giorno abbiamo capito che non sarebbe andata come avevamo pensato e che ci sarebbero stati dei problemi... i luoghi naturali meravigliosi, paesaggi da capogiro, testimonianze storico-artistiche formidabili, chiese, abbazie con affreschi incredibili, flora ricchissima.
Ma anche indicazioni nulle, segnali stradali dei luoghi d'interesse assenti o peggio ancora fuorvianti, chiese ed abbazie chiuse e completamente incustodite, siti archeologici senza la ben che minima forma di custodia o struttura ricettiva. Anche il navigatore era impazzito e preso dall'ebbrezza del selvaggio c'ha trascinato per sterrati e tratturi neanche avessimo un fuoristrada invece della Micra!
Insomma, potenziale alto ma scarsissimi risultati. Ci è sembrato che la vocazione turistica di quella parte di Abruzzo consista nella presenza di bar (chiusi), affittacamere e ristoranti (chiusi) con il nome del luogo "famoso" a cui sono vicini.
Impressione, alla fin fine convalidata, dalle persone del posto con cui abbiamo parlato. Persone fantastiche, disponibili e gentilissime, qualcuna rassegnata e qualcun altra inviperita dallo stato delle cose. Perché è un dato di fatto che la situazione sia stagnante e paludosa e non è stato il terremoto a decretarla, al massimo ha solo peggiorato ed inasprito un immobilismo atavico e profondo in questa terra che affonda le sue radici in un passato millenario e formidabile.
Ora è sicuro che buona parte del fascino e della magia di questa parte d'Italia è data dall'assenza di un turismo di massa che permette di fare l'esperienza del "viaggio personale", d'avere la sensazione di riscoprire luoghi dimenticati e di fare incontri fortuiti ed interessantissimi; d'altro canto proprio questa assenza di turismo porta un abbandono progressivo dei luoghi, al saccheggio dei siti archeologici, al vandalismo (spesso inconsapevole) naturalistico o comunque all'incuria dei beni artistici e naturalistici perché percepiti come non remunerativi.
Gli esempi abbastanza semplici ma illuminanti: le gole di Celano.
Di queste posso solo dire che l'unica testimonianza della loro esistenza ci è stata data dal ristorante (chiuso) sulla strada. Per il resto buio fitto. Non un cartello, non un'indicazione, nulla! Solo uno sterrato che s'inerpicava per la collina a seguito di un'insegna criptica: "Percorso Montain Bike". Dopo 1Km di salita a piedi senza incontrare anima viva ne' indicazione alcuna abbiamo desistito, anche perché la via si faceva sempre più ripida e poco certa. Abbiamo scoperto solo dopo che avremmo dovuto seguire le indicazioni per il "ristorante La Foce" un paio di chilometri prima. Normale no? La prossima volta mettete un cartello con un rebus. Con un'anagramma... Lago di Neolie

6 commenti:

  1. Sigh :(
    Purtroppo capisco benissimo. Cose così sono tra i motivi per cui me ne sono andata, ma soprattutto tra i motivi per cui tornare in pianta stabile mi terrorizza. Però sono ottimista e spero ancora che qualcosa di buona possa essere e verrà fatto.

    A presto cara!

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    1. Mi è sembrato che ci sia un potenziale umano, naturalistico ed artistico formidabile, ma altrettanto formidabile mi è apparso il "baronato" politico che cerca di mantenere nell'immobilismo tutto il territorio.
      Mi hanno raccontato tante cose, dalla ricostruzione al recupero dei borghi, dal restauro all'abbandono e - seppur in pochi giorni - mi è sembrata una terra lacerata tra chi vuol fare ma viene osteggiato, chi non vuol fare nulla e chi vorrebbe ma poi no... Ne scriverò ancora perché abbiamo in mente un progetto per contribuire a fare un piccolo cambiamento e perché vorrei parlare delle persone che ho incontrato.
      Visibilità e memoria insomma!

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    2. Direi che sei rimasta poco, ma ci hai preso in pieno. E si, anch’io penso che ci sia un potenziale formidabile.
      E’ bello che te ne interessi e ne parli, un grazie è doveroso ma soprattutto molto sentito. Resto sintonizzata! :)

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  2. Ma dai!!! Tarpi così i miei sogni abruzzesi?
    Io sono due annic he spingo epr andare nelle zone dell'Abruzzo più interne, ho voglia di natura seria, di poca gente e di tanto da scoprire...sigh, non farò leggere il post alla mia metà!!

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    1. No, no, anzi, vai assolutamente! E' tutto meraviglioso, va però detto che è tanto bello quanto difficile, quindi niente pappa pronta, e delusione in agguato. Ma vale assolutamente la pena. Noi stiamo già progettando la seconda puntata, meglio organizzati e con aspettative più mirate.
      Non è la toscana, ecco!

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  3. Noooo che peccato =(!
    Non bisognerebbe mai lasciare dei luoghi così potenzialmente belli alla deriva... che tristezza!

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